24 marzo 2015

Prestito vitalizio ipotecario: rimedio omeopatico

Il prestito vitalizio ipotecario è legge. Mi fanno un po’ sorridere i titoli dei giornali del tipo: “ la casa diventa un bancomat…”, “più facile per gli over 60 ottenere liquidità…” ecc ecc.
A prima vista sembra si tratti di un provvedimento che in un batter d’occhio possa risolvere problemi di liquidità della popolazione over 60 ma, in realtà, nutro profondi dubbi in merito. Sarò ben felice di essere smentito, ma credo che l'accoglienza euforica del provvedimento, come se la propria squadra del cuore avesse acquistato a parametro zero un campione del calibro di Cristiano Ronaldo, sia un tantino eccessiva.
Vi spiego perché. Sia chiaro, senza ombra di dubbio si tratta di un’operazione per certi versi innovativa, in sostanza nella valutazione se concedere o meno il finanziamento acquista peso l’immobile dato a garanzia (ed indirettamente la bontà creditizia degli eredi del soggetto over 60 finanziato), a scapito del merito creditizio del soggetto stesso. Per certi versi questa è una novità assoluta ed il messaggio che leggo tra le righe, non me ne vogliano gli eredi del caso, è: "tranquilli, il mercato immobiliare ha toccato il fondo e la quotazione degli immobili non potrà che risalire".

Altro aspetto che probabilmente ha mosso il legislatore in questa direzione è la storia immobiliare del nostro Paese. L'Italia ha avuto una forte espansione immobiliare fra gli anni 1978 – 1996. Cosa centra??? Prendiamo ad esempio un immobile costruito o acquistato nel 1990 che ad oggi, con 25 anni sulle spalle, sia in buone condizioni. Supponiamo che sullo stesso siano stati effettuati nel tempo interventi di manutenzione ordinaria. Oggi, quindi, ci si ritrova con un'abitazione con 25 anni sulle spalle, magari da ristrutturare e sovradimensionata rispetto alle esigenze abitative di un sessantenne che, magari, avrebbe anche cambiato casa in questi anni ma a causa della recente crisi del mercato immobiliare e della poca attrattività dell'immobile non ha trovato acquirenti ad un prezzo ritenuto congruo. Detto questo, gli eredi (che non è detto si possano permettere un domani di mantenere l'immobile), è molto probabile ereditino oneri potenziali e quindi, per il vecchio detto “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, si decide di ricorrere all'operazione di finanziamento smobilizzando liquidità contenuta fra i muri di casa.


A mio modesto parere, non è un provvedimento che possa ambire al premio "fiore all'occhiello", ma anzi, rappresenta il timbro di convalida della situazione per certi versi paradossale che stiamo vivendo. Situazione dove le vecchie generazioni devono accollarsi finanziariamente i giovani d’oggi, alle prese con alto tasso di disoccupazione e, spesso, salari inadeguati sia al costo della vita che a progetti futuri. Dall'altro lato della medaglia, questa forma di finanziamento andrà in soccorso a tutte quelle persone magari già uscite dal mercato del lavoro, alle prese con un costo della vita insostenibile, dove risparmi di una vita e pensione faticano a bastare. Si tratta quindi di un rimedio omeopatico, specchio della società di oggi.

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