Cassa Depositi e Prestiti, come stabilito dal Decreto Legge del 31/08/2013 n. 102, ha stanziato due miliardi di Euro da destinare alla concessione di mutui agevolati.
Per l’attuazione di questa misura, il 20 Novembre è stata predisposta una Convenzione fra CDP e ABI che tecnicamente dà il via al c.d. “Plafond Casa”.
Lo scorso Ottobre avevamo trattato marginalmente questo argomento, riservandoci poi di esaminare il provvedimento una volta stipulato l’accordo attuativo.
La Convenzione detta sostanzialmente le “regole del gioco”, ponendo un’attenzione particolare alle realtà bancarie che storicamente (e per definizione), sono maggiormente radicate sul territorio: fino al 30 Settembre 2014, agli Istituti di Credito Cooperativo ed alle Banche di piccole e medie dimensioni, sarà riservato il 30% dei fondi disponibili.
Entriamo quindi nel vivo del provvedimento, ed iniziamo dicendo che i finanziamenti “assistiti” dovranno essere concessi esclusivamente per:
- finanziare l’acquisto di un’abitazione principale (preferibilmente appartenente alle classi energetiche A, B o C ai sensi della normativa tempo per tempo vigente in materia di certificazione energetica degli edifici);
- finanziare interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica relativi ad Immobili residenziali.
Si stabilisce altresì che si dia priorità a determinati soggetti individuati come Beneficiari Prioritari. Con questo termine si indica ciascun soggetto che sia:
- componente di una giovane coppia, ossia nucleo familiare costituito da coniugi o da conviventi che abbiano costituito nucleo da almeno due anni, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni e l’altro non superi i 40 anni di età alla data di presentazione della domanda di finanziamento;
- componente di un nucleo familiare di cui fa parte almeno un soggetto disabile;
- componente di una famiglia numerosa, ossia un nucleo familiare con tre o più figli.
Laddove ne ricorrano i presupposti, i finanziamenti dovranno essere concessi ai sensi della normativa sul credito fondiario e l’importo massimo in linea capitale, che non potrà comunque essere superiore al 100% del valore dell’Immobile residenziale oggetto dell’ipoteca, sarà massimo di 250 mila euro nel caso in cui il mutuo sia richiesto per l’acquisto di un casa, o di 100 mila euro nel caso in cui si richieda per ristrutturare un immobile (è necessario che gli interventi di ristrutturazione siano finalizzati alla riqualificazione energetica).
I richiedenti potranno scegliere se accendere un mutuo a tasso fisso oppure a tasso variabile mentre gli Istituti, nel proporre i mutui agevolati, dovranno chiaramente indicare ai mutuatari l’entità dell’agevolazione rispetto agli altri prodotti proposti dallo stesso istituto, presentandola in termini di punti base o di riduzione percentuale del TAN.
Detto questo, non ci resta che attendere il decollo del provvedimento, valutando il beneficio che eventualmente produrrà sul zoppicante mercato dei mutui. Ad Majora!
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