3 luglio 2013

Vado al minimo, vado a gonfie vele...(per ora)


Che il mercato dei mutui sia in affanno è ormai cosa assodata, ma in affanno non vuol dire fermo. E’ un motore che va al minimo, pronto a ripartire qualora ci fossero le condizioni per poterlo fare.
Siamo realisti. E’ vero, i prezzi delle case stentano a risalire e anzi, sono previsti in ulteriore calo, ma questo non implica matematicamente mutui più bassi. La vendita si concretizza con l’incontro fra domanda e offerta e meno domanda, provoca l’immancabile calo delle quotazioni.
Che gli IRS siano in rialzo sta a significare a livello macroeconomico che gli investitori stanno riallocando le proprie risorse alleggerendo le proprie posizioni dal c.d. “titoli rifugio”, ovvero il Bund tedesco.
In questi tempi, per i mutui stipulati, c’è inoltre stato uno sbilanciamento verso il tasso variabile (più conveniente di circa 200 punti base), il quale ha incontrato il maggior numero di consensi fra i nuovi contratti stipulati.

A sostegno della tesi più realista che pessimista, ricordo che nel 2006 (quando le erogazioni di mutui erano ben maggiori rispetto ad oggi), l’IRS a 20 anni si attestava su valori ben al di sopra del 4% contro il 2,50% circa dei giorni nostri. L'Euribor 3 mesi era invece circa 15 volte quello attuale.

Il vero problema è che manca la fiducia verso il futuro, la disoccupazione è ai massimi e in aggiunta, paghiamo per gli errori del passato. Le facili concessioni, che probabilmente a questo punto possiamo dire abbiano portato a dopare il mercato, stanno mostrando il loro lato peggiore comportando un aumento delle sofferenze che a sua volta determina l’aumento degli spread applicati dalle banche sulle nuove operazioni.
E’ un film già visto che porta però con sé un finale del tutto inaspettato…historia docet!