Offerta di mutui in calo e mutuatari sul chi va
là, in attesa di capire che ne sarà del mercato immobiliare e degli scenari
macro-economici futuri, sono all'ordine del giorno.
Di settimana in settimana ci si rende conto di
quanto in economia il detto “da cosa nasce cosa” sia più che mai azzeccato.
Oggi gli aspiranti mutuatari, in un clima di
incertezza occupazionale e di sfiducia verso il futuro, si trovano a fare i
conti con una stretta creditizia dovuta ad una combinazione fra crisi economica
e vecchi errori (o privilegi) del passato.
I “vecchi” mutui, che fino a pochissimi anni fa
venivano concessi a spread oltre che dimezzati rispetto a quelli attuali,
elargiti sulla base di valutazioni di merito qualitativo/creditizio che la
storia economica recente ha decretato essere ballerine, hanno determinato un
aumento delle sofferenze nei portafogli crediti delle Banche e questo, unito ad
una difficoltà per gli operatori economici nel reperire denaro fresco
(difficoltà alimentata anche dalla tensione sui titoli sovrani), ha contribuito
all'aumento degli spread riscontrabili sul mercato.
A questo andrebbe aggiunto che l'Euribor è
diventato un tasso di riferimento quasi obsoleto, si è arrivati al punto in cui
nessuno si fida più di nessuno anche sul mercato interbancario, dovendo così
ricorrere a finanziamenti esterni con campagne eccezionali finalizzate alla
raccolta di risorse. Conti deposito e altre offerte di time deposit hanno avuto
un exploit senza precedenti.
Bisogna quindi mettere a punto strategie che
rilancino la domanda, consolidando un mercato immobiliare da sempre gradito
agli italiani ed ultimamente smarritosi in cerca di identità. Lavoro e occupazione sarebbero
un buon inizio. Migliorerebbero le posizioni a sofferenza e ripartirebbe la
macchina della fiducia nel futuro.